“I popoli in rivolta scrivono la storia, No Tav fino alla vittoria”.
Un coro scandito più volte al corteo di sabato, un coro che racchiude una profonda verità: quello che la lotta no tav è realmente una lotta di popolo, è la rivolta collettiva di una valle di irriducibili.
Senza retoriche, senza rappresentazioni mitiche, è una sensazione che avverti subito quando raggiungi il concentramento. Sei nella periferia (intesa come parte del binomio centro-periferia regionale), lontanissimo da perni politici pulsanti quali Torino o Milano, eppure respiri un movimento di popolo reale e radicato, che leggi nelle facce delle signore e signori che tengono i gazebo con squisiti panini al lardo e (ottimi) bicchieri di rosso, nei banchetti che vendono cibi e bottiglie di vino “no tav”.
Sotto il comunicato stampa da notav.info e il servizio del Tg3 nazionale (ad un certo punto potete anche vedermi sfilare inconsapevolmente davanti alla telecamera telecamera)
Se ce n’era bisogno la Valsusa lo ha dimostrato ancora una volta, in 80.000 al corteo che da Susa e arrivato a Bussoleno il popolo notav si è fatto vedere, baldo e fiero, con l’orgoglio della sua lotta e delle sue ragioni.
Una giornata densa di avvenimenti, iniziata presto che saputo esemplificare il senso di questa battaglia che non lascia scoperto nessun campo di lotta. Al mattino ispezione al cantiere con i parlamentari notav del Movimento 5 Stelle e di Sel, accompagnati dai tecnici ed esperti della Comunità Montana e da tre attivisti notav che hanno sfidato gli aut aut di Ltf e Questura.
A metà mattina il convegno organizzato dagli amministratori della Valle con la partecipazione di moltissimi aministratori di tutta Italia e da Laura Puppato e Michele Emiliano del Pd a testimoniare la profonda crepa che si sta allargando nel Pd. Il buon senso di chi amministra città e paesi contrapposto all’assurdità dei centri di potere e della politica del palazzo, ultimi superstiti del fronte sitav, quelli che ce lo chiede l’Europa e del non possiamo essere tagliati fuori.
E poi la manifestazione con l’espresisone collettiva di un popolo in marcia che si è trasformato in movimento di lotta da tempo, determinato e cosciente della propria forza e delle proprie ragioni. 8 kilometri sotto la pioggia, 80.000 uomini donne e bambini in marcia per difendere il nostro futuro, con la partecipazione di molti notav provenienti da tutta Italia.
Una giornata da ricordare, che testimonia che se il clima in qualche modo è mutato, fermarlo è sempre più possibile e fermarlo tocca sempre a noi!