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Misure da attuare contro ogni neofascismo

Ho voluto attendere che passasse la “buriana” di questi giorni, prima di pubblicare il testo della Mozione che ho presentato lo scorso Giovedì 7 Novembre dal titolo “Misure da attuare contro ogni neofascismo“.
Prima voglio però ringraziare di cuore tutte le compagne e i compagni, tutti i fratelli e le sorelle che nei giorni scorsi mi hanno espresso vicinanza, affetto e solidarietà; e a tutt* voi che mi avete riempito di calore umano volevo dedicare questa canzone:

 

 

Oggetto: misure da attuare contro ogni neofascismo e contro ogni manifestazione di discriminazione

Questa mozione nasce per iniziativa dei firmatari dell’Appello qui allegato.

Considerato che la galassia dell’estrema destra continua a occupare le pagine di cronaca per le proprie aggressioni e agguati in tutta Europa, come l’assassinio dell’antifascista parigino Clément Mèric e del rapper greco Pavlov Fyssas; in Italia con la strage perpetrata a Firenze dal militante di Casapound Gianluca Casseri, con l’aggressione ai danni di Luca “Zulù” Persico, membro dello storico gruppo napoletano “99 Posse”, da sempre impegnato nella lotta al neofascismo, e, sul nostro territorio, con le intimidazioni subite da Saverio Ferrari, direttore dell’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre unito al moltiplicarsi di manifestazioni e raduni neofascisti e neonazisti; nella nostra città con alcune aggressioni, con l’imbrattamento dei murales di Via Rosmini, realizzati dal Centro Sociale Foa Boccaccio e dedicati ai partigiani Salvatrice Benincasa ed Enrico Bracesco, nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2012 – circostanza nella quale venne fatta esplodere anche una bottiglia incendiaria-, con numerose scritte di stampo neofascista e con svastiche disegnate sui muri della Biblioteca Civica, luogo della cultura e dei saperi, e da ultimo l’episodio di intimidazione ai danni di persone di colore nel sottopasso Rota-Grassi, allo scopo di, affermano coloro che hanno compiuto il gesto, “nazificare un po’ Monza”.
Valutato che a Monza esistono almeno tre associazioni di chiara ispirazione fascista: Lealtà e Azione, stabilitasi in via Dante due anni fa, che tenta di creare intorno a sé un clima di relativo silenzio pubblico, rotto però dalle continue segnalazioni delle forze antifasciste e non ultimo anche dal Sindaco Scanagatti che ha rifiutato di concedergli l’uso della Sala comunale Maddalena; Forza nuova, i cui militanti si sono spesso presentati in città sotto le spoglie dell’associazione Leone Crociato; CasaPound Monza, che seppur presente dal 2008, ha avuto scarso successo e ha effettuato una sola fallimentare uscita pubblica durante la campagna elettorale per le Politiche 2013.
Osservato che l’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre ha realizzato un dossier nel quale sono contenute approfondite informazioni concernenti l’attività, i riferimenti ideologici, la presentazione pubblica delle organizzazioni neofasciste e neonaziste presenti sul territorio.
Reclamato che la XII Disposizione Transitoria e Finale della Costituzione della Repubblica Italiana, sorta dalla lotta partigiana antifascista, vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. Che la legge n. 645 del 1952, legge Scelba, proibisce esplicitamente richiami all’ideologia nazi-fascista, e la legge n, 205, del 1993, legge Mancino, vieta la manifestazione di atteggiamenti di discriminazione razziale, etnica, religiosa o sessuale.
Viste le sentenze della Corte di Cassazione – V sezione penale n.11 del 8 gennaio 2010 su Forza nuova e n. 40111/13 del 27 settembre 2013 su CasaPound

Si impegna la Giunta e il Sindaco a:
Individuare le forme e le modalità più efficaci per impedire secondo tutti i propri mezzi che le organizzazioni neofasciste abbiano agibilità politica sul territorio cittadino, in particolare nell’ambito delle occupazioni di suolo pubblico con gazebo da parte di associazioni o partiti che non si riconoscono nei valori antifascisti della Costituzione.
Coordinarsi con il Prefetto affinché vi sia una più severa applicazione della legge n. 645 del 1952 (legge Scelba) e della legge n, 205 del 1993 (legge Mancino). A promuovere, direttamente quando possibile, azioni legali in caso di violazione delle suddette leggi sul territorio comunale.
A farsi carico del mantenimento della memoria storica della Resistenza e delle origini antifasciste della Repubblica Italiana, con iniziative culturali in collaborazione con le scuole di ogni grado, e nei luoghi di aggregazione.
A sensibilizzare la cittadinanza monzese sui nuovi fascismi in particolare sul nostro territorio, con particolare attenzione alle fasce più giovani più esposte al fascino della mitologia neofascista.

Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà Monza

APPELLO per MONZA ANTIFASCISTA
La recrudescenza del fenomeno neofascista in atto in Europa è ormai giunta al culmine con l’assassinio degli antifascisti Clément Méric a Parigi nel giugno di quest’anno, e di Pavlos Fyssas ad Atene in settembre per mano di un militante dell’organizzazione neonazista Alba Dorata, cresciuta nel contesto della grave crisi economica e sociale e grazie alle connivenze con settori della Polizia greca.
In Italia la ormai ventennale propaganda omofoba, xenofoba e razzista e la riabilitazione di figure legate al ventennio fascista con l’intitolazione di targhe, strade e monumenti ad opera di partiti che siedono nelle Istituzioni locali e nazionali, ha favorito il proliferare di organizzazioni di estrema destra, con l’inevitabile strascico di manifestazioni e provocazioni.
Solo in Lombardia dall’aprile di quest’anno si sono tenuti ben quattro eventi dichiaratamente fascisti.
Ultimo in ordine di tempo il festival Boreal a Cantù in uno spazio pubblico inspiegabilmente concesso da un sindaco di area democratica a Forza Nuova, organizzazione che, dopo la sentenza della Corte di Cassazione del 2010 n. 11, dovrebbe essere al bando nel nostro Paese! A Monza sono presenti almeno tre associazioni di chiara ispirazione fascista. Lealtà Azione, stabilitasi in via Dante due anni fa, ha recentemente ospitato un’iniziativa con un veterano della Decima MAS che, al fianco dell’alleato nazista, compì eccidi di civili e partigiani tra il ’43 e il ’45. Forza Nuova, rappresentata in città da Leone Crociato, spesso in piazza con banchetti contro gli immigrati (i volti dei suoi militanti nelle foto pubblicate sul loro blog, sono sempre mascherati con il teschio simbolo delle SS). CasaPound, i cui militanti si autodefiniscono “fascisti del III° millennio”, presente a Monza dal 2008.
Come in passato questi gruppi strumentalizzano la crisi economica e sociale e il crescente disagio dei giovani e dei cittadini indicando il “nemico” da battere nell’immigrato, alimentando un clima di intolleranza e di conflitto tra poveri.
Le forze politiche e le associazioni democratiche di Monza sono risolutamente impegnate a contrastare presenza e attività di queste organizzazioni e rivolgono questo appello alla città, alle donne e agli uomini della cultura, dell’arte e della politica affinché cada il muro dell’indifferenza, già fonte nel passato di pericolose derive.
Medesimo impegno può e deve assumere la nostra Amministrazione Comunale alla quale chiediamo, nel rispetto della nostra Costituzione conquistata – è bene ricordarlo – con il sacrificio di tanti partigiani e antifascisti caduti e deportati anche nella nostra città, di inserire nel regolamento per la concessione degli spazi pubblici, il requisito “ANTIFASCISTA”.
Monza, settembre 2013

FIRMATARI
A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) – Sezione “Gianni Citterio” – Monza
A.N.E.D. (Associazione Nazionale Ex Deportati) – Sezione Monza Sesto San Giovanni
ARCI SCUOTIVENTO – Monza
Giovani Comunisti – Monza
PRC – Partito della Rifondazione Comunista – Circolo “Peppino Impastato” – Monza
SEL – Sinistra Ecologia e Libertà – Circolo di Monza
Partito Democratico – Monza
Comitato Beni Comuni – Monza e Brianza
Comunisti Italiani – sezione “Emilio Acerbi” – Monza
Partito Comunista dei Lavoratori – Monza Brianza

ADESIONI
Città Persone Lista Civica Faglia
UDS Unione degli Studenti
Centro Culturale Ricerca CCR
Osservatorio Democratico sulle nuove destre
Associazione Culturale NOVALUNA
Comitato per il Parco “A. Cederna”
Comitato “La Villa Reale e’ anche mia”
Partigiani Cristiani
Coordinamento Inquilini Alloggi Comunali
Azione Civile Monza Brianza
CGIL- CISL- UIL Monza Brianza
Associazione Culturale San Fruttuoso
Osservatorio Antimafie Monza Brianza
Moderati Ecologisti
Associazione LIBERA Monza Brianza
Italia Nostra
Legambiente Circolo “Alexander Langer”
Il “Villaggio Globale”

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In vetrina Spaziando

I paradossi di un governo carnascialesco

C’era il tempo del governo “tecnico” di Mario Monti, che tecnico non era, ma coerentemente politico, un sano governo di centro-destra.
C’è oggi il governo “politico” di Enrico Letta, che politico non è, perché manca del tutto di progettualità, di un programma politico; un governo “composto da politici” certamente, ma senza la possibilità di essere politico esso stesso. E questo non è che il primo dei paradossi che caratterizzano questo governo.
D’altra parte nei giorni scorsi mentre impazziva il toto-ministri, non si parlava se non molto genericamente del programma di governo, una volta che i famosi “8 punti” sono parsi scomparire assieme a Bersani; così i più o meno candidati ai dicasteri apparivano del tutto intercambiabili, da uno schieramento all’altro: ad una Gelmini si poteva sostituire un Mario Mauro o una Maria Chiara Carrozza senza colpo ferire; i nomi rimanevano completamente slegati dalle politiche, come se il lavoro di un Ministero non vari a seconda del pensiero politico del relativo Ministro. Una visione, questa, molto “tecnica” della politica, volta a indurre la convinzione che la contrapposizione politica fra schieramenti ed idee sia superabile per il “bene comune” (per quanto inorridisca ad impiegare questo termine in tale contesto). Così, altro paradosso, il governo Letta in questo appare molto vicino, pure se speculare, al Movimento 5 Stelle: entrambi inducono a pensare che le contraddizioni politiche siano in qualche modo solo apparenti e comunque superabili, che in altre parole ci si possa mettere “tutti insieme appassionatamente” per trovare le giuste soluzioni al fine di uscire dalla crisi. La specularità deriva dal fatto che se il Movimento 5 Stelle ritiene che la categoria trasversale che si debba unire sia quella de “i cittadini”, il governo Letta ritiene sia la classe politica.
Così ci si ritrova un governo la cui Presidenza del Consiglio è, o dovrebbe essere, di Centro-Sinistra, ma i cinque dicasteri chiave, ovvero Interni, Esteri, Giustizia, Difesa e Finanze, sono tenuti da figure riconducibili alla destra. In cui il Ministro alle politiche d’integrazione ha posizioni presumibilmente molto avanzate, ma il Ministro degli Interni in materia di immigrazione sarà in linea con le politiche operate da Maroni. In cui Comunione e Liberazione si è accaparrata (è il termine esatto) due ministeri chiave per gli appalti pubblici, quello alla Difesa e alle Infrastrutture e Trasporti.
Lo stesso Letta deve essere ben consapevole della eterogeneità del governo, se come è stato evidenziato da molti sono state preferite figure politicamente e carismaticamente “deboli” a quelle più forti ed ingombranti.
Cosa potrà fare questo governo? Probabilmente nulla. O se fossi costretto a scommettere, punterei senza ombra di dubbio su politiche di austerità di destra in continuità col Governo Monti.
Come questo sia possibile, azzardo un’analisi: vi è oggi uno scollamento significativo fra “aree” politiche e formazioni partitiche di riferimento. Se in un sistema politico “sano” sarebbe giusto ed auspicabile che i due livelli combacino, nel nostro caso i due livelli sono profondamente discordanti. Anche prima dell’ingresso del Movimento 5 Stelle, che ha acuito ma non sconvolto il fenomeno.
Provo a spiegarmi: Vi sono in Italia, c’erano tre formazioni partitiche principali: il centro-destra, il centro, il centro-sinistra. Ora se n’è aggiunta una quarta, quella grillina, ancora indefinita, o meglio a mio parere di destra ma di una destra profondamente differente.
In questa la formazione di centro gioca il ruolo di “schermino”. Ovvero: noi ci ostiniamo a chiamare centro ciò che politicamente non esiste, ciò che, perlomeno in Italia, politicamente è destra. Nessuna analisi politica, per quanto spericolata, negherebbe che Casini e Monti siano di destra, per quanto possano per le più svariate ragioni costituire un polo separato da quello Pidiellino. Se ciò sembra esagerato, si pensi alla Prima Repubblica: la Democrazia Cristiana era la destra, senza se e senza ma; altra destra dal MSI, ma sempre destra.
Questa creazione artificiale di un centro altro dalla destra, ha portato ad una conseguenza: che la sinistra fosse centrosinistra. Ma non, come ha recentemente sostenuto Barca, solo nel nome: nelle persone e nelle correnti politiche. Ma questo, assumendo quanto sopra, ha semplicemente comportato un progressivo avvicinamento della principale formazione politica di sinistra alla destra. Il che spiega come una buona fetta di ex dirigenti e delfini democristiani possano oggi far parte del Pd (oggi il Giornale commentando il nuovo governo lo definisce proprio “un governo di Democristiani”), forse anche più che nel pdl e altrettanti che nel suddetto “centro”.
E non c’era d’altra parte migliore figura che incarnasse questo centro-sinistra poco sinistra e molto destra di Enrico Letta.