Venerdì 17 Maggio è avvenuta nella centralissima Piazza Trento e Trieste una (piccola) rissa, scoppiata per degli insulti razzisti.
Il fatto, poco rilevante dal punto di vista dell’ordine pubblico, acquisisce però rilevanza dal punto di vista sociale.
Non è un caso che questa rissa avvenga quasi esattamente ad una settimana dai terribili fatti di Milano, e da una settimana di martellante campagna xenofoba e populista da parte di alcune forze politiche contro “i migranti”.
Nell’intervento di Giovedì scorso in Consiglio Comunale lo avevamo detto: chi gioca a fomentare la paura per il diverso porta alla cultura dell’odio, e dalla cultura dell’odio alla cultura della violenza il passo è breve. Così Piazza Trento e Trieste può trasformarsi da luogo di aggregazione e meticciamento dei tanti ragazzi che vi si trovano quotidianamente per giocare e divertirsi a luogo di scontro e fratture sociali e culturali.
La piazza è il luogo simbolo della città, perché è dove le comunità e le appartenenze si incontrano e generano quella che è la cittadinanza. Chi cavalca la politica della paura invece realizza una una città negata, una non-città, frammentata in spazi di vita ristretti alla propria comunità di appartenenza; il fine è trasformare i cittadini in individui perennemente deficitari di sicurezza percepita, in un processo di progressiva assuefazione dell’individuo-consumatore alla politica erogatrice.
Noi consideriamo questo come il primo sintomo di un fenomeno potenzialmente molto più grave; per questo non potremo che lavorare con ancora più forza assieme a tutta l’amministrazione per rendere Monza una città più partecipata, aperta e meticcia.