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Sul finanziamento pubblico ai partiti

Riporto sotto un’ottima analisi di Sergio Boccadutri sulla nascente riforma del sistema di finanziamento ai partiti.
Aggiungo solo molto sinteticamente che questo tema, quello del finanziamento pubblico alla politica, è un perfetto esempio di regalo che il populismo consegna al sistema neo-liberista: un indebolimento e una crisi di autonomia delle forze politiche non può che andare a vantaggio alle forze economiche transnazionali e non che si insinueranno negli interstizi offerti dal sistema di finanziamenti privati.
Se la profonda crisi economica e sistemica attuale richiederebbe un ruolo forte della politica, che ad oggi non si è visto, un sistema di finanziamento privato non può che avvantaggiare il neo-liberismo nel suo disperato tentativo di sussistenza del sistema economico/egemonico in declino.

venerdì 31 maggio 2013 / Sergio Boccadutri*
Finanziamento ai partiti: una riforma lontana dall’Europa e con elementi di sola propagandaLe prime impressioni sulla riforma del sistema del finanziamento ai partiti di cui ha discusso oggi il Consiglio dei Ministri non possono essere positive: le imprese continueranno ad avere un vantaggio maggiore dei cittadini che vogliono sostenere la propria forza politica. Inoltre non si pone alcun limite al finanziamento individuale.

Infine non si regolano le fondazioni, che possono ricevere soldi da società a partecipazione pubblica: le stesse che per legge non possono versarli ai partiti. Non c’è quindi nessun reale passo in avanti a favore dei cittadini. Invece, nella stragrande maggioranza dei paesi europei esiste, in varie forme, un meccanismo, diretto o indiretto, di finanziamento pubblico. Si tratta, quindi, di una scelta che ci allontana dall’Europa, peraltro con il condimento di affermazioni grottesche: Saccomanni, infatti, dice che da abolizione fondi partiti ci saranno benefici per finanza pubblica. Nel 2012 Sel ha percepito 381.810 euro tutti rendicontati, lui, da solo, 450.000 euro. Se il governo vuole discutere seriamente ce lo faccia sapere, ma sembra prevalere la becera propaganda.
E’ utile ricordare che la prima legge sul finanziamento ai partiti è del 1974, è stata approvata all’indomani dello scandalo del finanziamento della maggioranza di governo guidata dalla Dc da parte di aziende petrolifere. Il finanziamento pubblico quindi nasceva con il proposito di sottrarre la politica ai potentati. Questo non significa che in questi anni non ci siano stati da parte di (alcuni) partiti illeciti, operazioni discutibili o semplicemente enormi sprechi. Tuttavia, la ‘politica a costo zero’ non esiste: senza meccanismi pubblici o di partecipazione, comanderanno solo i miliardari e le lobbies. Passeremmo dalla democrazia alla oligarchia. Il punto vero, invece, è garantire la trasparenza. Proprio in quest’ottica quasi un mese fa Sinistra Ecologia e Libertà ha depositato la propria proposta di legge, basata su alcuni princìpi, semplici e chiari: limitazione del rimborso elettorale alle spese realmente sostenute e riduzione del fondo a 18.750.000 €, detrazioni fiscali per donazioni di persone fisiche, divieto per le persone giuridiche di contribuire al di sopra dei 5.000 €, insieme alla piena realizzazione dell’articolo 49 della Costituzione. Ad esempio, l’accesso al rimborso andrebbe vincolato allo svolgimento di Congressi pienamente democratici almeno ogni 3 anni. Mi sembrano idee di buon senso, che possono fungere da base di discussione per tutti. Vedremo durante la discussione in Parlamento chi sarà davvero disposto a confrontarsi.
*tesoriere e deputato di Sel

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