Che idea morire di marzo, lascio un pezzo di vita e riparto più forte nella lotta, invidiavo i tuoi diciannove anni, ora me li sento addosso di più. E questa foto tua, che guardi lontano, un po serio. Se te la facessi vedere ora, ti metteresti pure a ridere dicendo che non era venuta bene, che in fondo non eri proprio tu. E tu, Iaio, doveri? Mi tornano in mente tutte le leggende antiche dei greci, quando i vivi si mettono a parlare con i morti. Poi non è più successo. La gente ha iniziato a dire che erano dei pazzi, che era meglio lasciare perdere. Perché bisogna dire che la tua è una morte politica dimenticando chi era Iaio? O dire solo che eri Iaio e dimenticare tutta quella gente sotto il sole e il vento di Milano con le montagne dietro? Sono qua, seduta su un foglio dove scorre l’inchiostro e mi appare il tuo viso, dolce, allegro. Sono fra mille persone, ognuna è diversa ma ognuna sei tu. Ti vedo in ogni corpo, ti sento in ogni voce, ti cerco in ogni strada. E poi, nellallegria dell’inchiostro ti ritrovo e ti bacio. Adesso il tuo viso non è più trasparente, adesso ti posso accarezzare, il tuo sorriso è caldo e vicino, i tuoi occhi chiusi sono davanti ai miei. Ti ho con me e domani ti porterò, ti rivedrò in ogni viso, ti cercherò altre volte, nellallegria di un sorriso: per poi tornare ad avvolgermi nella felicità di ritrovarti ancora con me. Di te conoscevo solo i sogni, il tuo sorriso, i tuoi libri, avevo visto solo i tuoi grandi occhi e la musica cheavevidentro,non ricordo le tue mani, non so chi amavi, di me non conoscevi niente, non volevo scoprirmi. Solo falsità e come vorrei avere i tuoi pensieri verso un cielo stellato e una luna che ha visto e sentito o verso un selciato sporco e una strada buia.
Puoi sentire quello che non ti ho mai detto?(bigliettino anonimo lasciato in via Mancinelli, 1978)
Fausto e Iaio erano due ragazzi di 18 anni, due compagni frequentanti il Leoncavallo che da qualche mese lavoravano con altri ad un dossier sullo spaccio di ero a Milano. La sera del 18 Marzo del 1978 per questo vengono assassinati.
Gli inquirenti dichiarano subito che è un regolamento di conti interno alla estrema sinistra o addirittura fra spacciatori. La verità è che sono stati assassinati da un gruppo dei Nar, appartenenti all’estrema destra che a Milano in quegli anni era complice e fida alleata della criminalità organizzata nello spaccio di eroina.
Mauro Brutto è un cronista dell’Unità che con accuratezza inizia ad investigare sul caso non credendo alla versione ufficiale. Il 25 novembre viene assassinato fuori da un bar da una simca 1100 bianca che lo punta.
Le indagini sull’omicidio di Fausto e Iaio si prolungano fino al 6 Dicembre del 2000, quando l’inchiesta che vede come indagati Mario Corsi, Massimo Carminati, Claudio Bracci viene archiviata. Nella conclusione del giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Milano, Clementina Forleo, si legge:
Pur in presenza dei significativi elementi indiziari a carico della destra eversiva e in particolare degli attuali indagati (Massimo Carminati, Mario Corsi e Claudio Bracci), appare evidente allo stato la non superabilità in giudizio del limite appunto indiziario di questi elementi, e ciò soprattutto per la natura de relato delle pur rilevanti dichiarazioni. È dunque mancato il coraggio della giustizia e la forza della politica. Forse perché l’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci conserva ancora oggi qualcosa di indicibile.
Da allora, da quando “Si organizza una manifestazione spontanea. Nessuno accetta etichette di gruppo. Le organizzazioni politiche della Nuova Sinistra offrono il loro appoggio ma promettono che nessuno striscione sarà esposto. Il corteo è scomposto, non ha una testa neppure una coda. E loro entrano dappertutto, e gridano, e urlano a gran voce: <