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Votiamo l’AltraEuropa, votiamo Alfredo e Alessandra

Alzi la mano chi saprebbe parlare approfonditamente del TTIP per più di un quarto d’ora come se parlasse della sessione di calciomercato della propria squadra del cuore (ehi, non vale sbirciare!). E se è vero che non si può pensare di fare la rivoluzione senza sapere cosa ha fatto la Juventus l’ultima domenica, sapere di mandare al Parlamento Europeo un candidato competente e preparato sui temi internazionali è già una bella sicurezza. Uno che, per intenderci, d’estate mentre io sono in vacanza al mare tiene lezioni alla Summer School dell’ISPI, l’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, mica bruscolini.
E se non basta a convincervi neppure il fatto che lo avete sentito più volte a Radio Pop, sappiate che Alfredo Somoza non è solo una persona estremamente preparata e competente, è anche un grande compagno, che ha macinato punti militanza su punti militanza con un impegno costante, mai venuto meno, sempre attento. E’ un candidato coraggioso, che con la forza della ragione porta avanti battaglie di civiltà come quella dell’antiproibizionismo contro le lobby proibizioniste, il reddito minimo garantito europeo contro i sepolcri imbiancati ingolfatisi nel ‘900, che ha chiesto a tutti i sindaci di impugnare in Tribunale la Pedemontana perché dannosa e perché serve un altro modello di sviluppo in armonia con l’ambiente.

Anche Alessandra Quarta è una candidata molto competente e preparata. Non è un caso che siano state le ragazze e i ragazzi de le Officine Corsare a chiederle di candidarsi (se non conoscete le Officine Corsare, rimediate alla vostra prima gita a Torino). Ha promesso “Cose dell’AltraEuropa” e già se le leggete quali siano queste proposte vi verrà voglia di votarla. E poi quando vi ricapiterà di votare una candidata che dichiara che in caso di elezione rinuncerà al 60% dell’indennità per progetti sociali e culturali no-profit?

P.S.=Se avete la fortuna di non vivere nelle grigie terre Nord-Occidentali, ma godete di clima più mite nel Centro o nel Sud, avete anche la fortuna di poter votare rispettivamente Marco Furfaro o Claudio Riccio. Non sprecatela.

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Comitato Tsipras. Costruiamolo anche in Brianza!

Ho ricevuto e condivido molto volentieri l’appello per costituire un Comitato per Tsipras anche in Brianza. Costruiamo un’Altra Europa!
Il primo incontro è per domenica 2 Marzo alle 21.00 al Circolo di Viale Libertà 33!

 
 
 
[box type=”shadow”]Siamo attivisti, elettori e militanti brianzoli di sinistra. Abbiamo raccolto l’appello lanciato per la creazione, in occasione delle imminenti elezioni europee, di una lista unitaria di sinistra che appoggi Alexis Tsipras, presidente del partito greco SY.RIZ.A. e candidato della Sinistra Europea alla presidenza della Commissione.
La democrazia è messa all’angolo in Europa, dove l’economia è governata dalla Banca Centrale e non dagli organi elettivi.
Vogliamo ridisegnare un’Altra Europa, che si basi su un’unione politica e rappresentativa reale, e gettare le basi in Italia per un’alternativa politica di sinistra competente, onesta, concreta.

Il neoliberismo ha fallito. Le politiche di austerity stanno minando le conquiste di decenni di lotte sociali. Abbiamo sotto gli occhi la situazione greca, dove lo stesso FMI ha ammesso che la Troika ha strangolato l’economia e messo in ginocchio un paese.
Dobbiamo invertire la rotta dell’Unione Europa, ridiscutere Fiscal Compact e debito pubblico, riprenderci la sovranità monetaria in Europa, riportare l’uguaglianza al centro del dibattito politico e ripensare lo sviluppo attraverso un green new deal europeo.

Siamo stretti in una morsa. Da un lato il neoliberismo che porta la crisi del welfare e dell’Europa sociale, dall’altro il populismo anti euro che sfocia nel nazionalismo e nel neofascismo. I partiti socialdemocratici non hanno saputo proporre un’alternativa.
Serve una terza via che riparta dall’Europa di Altiero Spinelli, dalla Grecia di Syriza, dai social forum europei e mondiali. La sinistra italiana degli ultimi anni si è sempre divisa per personalismo e tatticismo.
Vogliamo ricostruire un percorso unitario e coerente. Aperto al dialogo, partecipato e democratico, con ambizioni di governo e proposte coraggiose.

La Brianza è una terra ricca di esperienze associative, ambientaliste, culturali e solidali che non possono restare isolate. La nostra provincia ha bisogno di una politica di sinistra e di ambientalismo: pensiamo al mondo del lavoro, devastato dalla crisi delle aziende, e alla nostra terra devastata da cementificazione e inquinamento.
Ci rivolgiamo a chi è scoraggiato, chiedendo di crederci ancora una volta e a chi è impegnato nella cultura, nel mondo del lavoro o nell’ambientalismo, chiedendo di portare il suo contributo per rinnovare una politica stanca e autoreferenziale.

Ci rivolgiamo a chi ancora sta lottando in un partito o nei movimenti, chiedendo di farlo insieme, in un percorso condiviso. Il successo di questo progetto dipende da tutti noi e dalla nostra capacità di mobilitarci nei vari territori, a partire dalla Brianza.
(invito assemblea pubblica: posto, ora, ecc..)

Il futuro non appartiene al neoliberismo, né ai banchieri, né a qualche dozzina di potenti multinazionali. Il futuro appartiene ai popoli e alle società. E il momento di aprire la strada a una Europa democratica, sociale e libera. Perché questa è l’unica soluzione sostenibile, realistica e realizzabile per uscire dalla crisi attuale.
Alexis Tsipras[/box]

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Torniamo a parlare di Politica.

Per tornare a parlare di Politica:
Daniele Farina in Parlamento interviene su misure cautelari personali.

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Mozione: Sostegno al percorso “Expo dei Popoli”

Il Consiglio Comunale:
Osservato che expo 2015 si dovrebbe qualificare come spazio pubblico di elaborazione e proposta sui temi della sovranità e sicurezza alimentare, di giustizia ambientale e di uno sviluppo locale rispettoso delle identità culturali, in particolare secondo gli indirizzi degli obbiettivi di sviluppo del millennio ONU e del Manifesto “Expo dei popoli” sottoscritto da svariate associazioni e ONG;
Auspicato che la programmazione delle attività nell’ambito di expo 2015, all’interno e all’esterno della Cascina Triulza, sia assolta attraverso una corretta relazione di dialogo e dibattito tra Istituzioni e il mondo associazionistico;
Ritenuto che le proposte che emergeranno in ambito dell'”Expo dei Popoli”, debbano trovare riconoscimento da parte delle istituzioni a livello italiano, europeo e internazionale;
Rilevato che il Comune di Milano ha dato il proprio sostegno al percorso “Expo dei Popoli”, deliberato con la Mozione n. 53 approvata dal Consiglio Comunale in data 14/1/2013;

Impegna il Sindaco e la Giunta:
A sostenere il “Manifesto expo dei Popoli” e il percorso del relativo Comitato nonché la realizzazione dell’assemblea expo dei Popoli che, in concomitanza o a ridosso dell’Assemblea delle Nazioni Unite che dovrà valutare i risultati della Campagna del Millennio e definire le successive strategie, si svolgerà nel 2015 con l’obbiettivo di discutere le politiche di sviluppo e di lotta alla povertà e far giungere a tutti i gioverni riuniti alle Nazioni Unite le proposte dei popoli del mondo;
A garantire la disponibilità della città di Monza ad ospitare eventi promossi da “Expo dei Popoli”, ad esempio nel sito della Villa Reale di Monza, sede di eventi istituzionali e di rappresentanza, oppure in altre strutture di adeguato valore e rilevanza sul territorio cittadino;
A diffondere contenuti e spirito del Manifesto di Expo dei Popoli nell’ambito delle iniziative organizzate verso l’Expo 2015;
A coordinarsi con tutte le istituzioni interessate, a livello regionale e governativo, per vigilare affinché il palinsesto delle attività culturali della società civile nell’ambito di expo 2015 venga definito in modo aperto, democratico e nell’interesse generale;

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L’Aned sulla tragedia di Lampedusa

Nessuna parola riesce ad essere ben spesa davanti ad un comunicato stampa capace di toccare tanto nel profondo delle viscere. Grazie all’A.N.E.D. Sesto San Giovanni-Monza.
Aboliamo l’infame reato di clandestinità, aboliamo la Bossi-Fini, chiudiamo i CIE, creiamo corridoi umanitari.

“La guerra, la paura e la fame spingono migliaia di persone a lasciare la propria terra, ad affrontare ingenti spese e rischi d’ ogni genere per raggiungere luoghi dove sperano di trovare una vita migliore. Ma troppo spesso le loro speranze affondano con la loro vita prima di raggiungere le nostre coste, perché vengono trasportati a centinaia su barconi fatiscenti da sfruttatori senza scrupoli i quali , per non essere arrestati, li abbandonano o, peggio, li scaraventano in mare lontano dalla riva.

Le tragiche immagini di questi sbarchi sono scorse davanti ai nostri occhi dal televisore in questi giorni, e chi ha avuto il coraggio di guadare veramente, ha visto la disperazione nella sua faccia più drammatica.
 
E a noi, figli e amici di deportati nei lager nazisti, a queste immagini se ne sovrappongono altre, diverse, ma ugualmente dolorose: vagoni merci, carichi di persone trattate come bestie, esseri senza valore che viaggiano verso la morte nei campi di sterminio. E una domanda ci tormenta: nessuno vedeva? Nessuno li fermava? Molti vedevano e voltavano la faccia per paura per indifferenza; altri guardavano e si tormentavano nel sentirsi impotenti a fermare quell’immane massacro.
 
Quelle immagini drammatiche dei vagoni treni che scorrono sui binari ci rimandano obbligatoriamente all’oggi: c’è chi vede e  si rassegna perché non può far nulla. Ma c’è chi vede e soffre e si indigna e grida: basta! E noi gridiamo: basta! L’Italia e l’Europa sono sommerse da una crisi da cui è difficile risalire. Ma la crisi peggiore è la crisi di umanità che impedisce di trovare insieme soluzioni politiche affinché queste tragedie non si ripetano. 
Noi, figli, parenti,amici di Deportati deceduti nei lager nazisti non possiamo accettare che continui questo scempio per cui facciamo appello a tutte le forze politiche nazionali e internazionali, affinché si adoperino con ogni mezzo per aiutare  chi fugge da una tragica realtà a realizzare il diritto di vivere una vita serena e dignitosa. Non è possibile accettare che l’immigrazione sia, nel nostro paese, esclusivamente clandestinità.
 
E al nostro appello uniamo quello dei sopravvissuti al lager di Mauthausen che, alla liberazione scrissero un Giuramento, in cui è detto:”Noi vogliamo, ora che abbiamo ottenuto la nostra libertà e quella delle nostre nazioni, custodire il ricordo della solidarietà internazionale esistente nel Lager e trarne la seguente lezione: seguire un  comune cammino, quello della comprensione reciproca, della collaborazione  alla grande opera dell’edificazione di un mondo nuovo, libero e giusto per tutti.
Dal lager si sprigionano sempre importanti richiami: chi non sa costruire sul dolore, le sofferenze e le consapevolezze che ne derivano, non può che essere condannato a riprodurne altre.”
 
IL DIRETTIVO ANED SESTO SAN GIOVANNI

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Sul finanziamento pubblico ai partiti

Riporto sotto un’ottima analisi di Sergio Boccadutri sulla nascente riforma del sistema di finanziamento ai partiti.
Aggiungo solo molto sinteticamente che questo tema, quello del finanziamento pubblico alla politica, è un perfetto esempio di regalo che il populismo consegna al sistema neo-liberista: un indebolimento e una crisi di autonomia delle forze politiche non può che andare a vantaggio alle forze economiche transnazionali e non che si insinueranno negli interstizi offerti dal sistema di finanziamenti privati.
Se la profonda crisi economica e sistemica attuale richiederebbe un ruolo forte della politica, che ad oggi non si è visto, un sistema di finanziamento privato non può che avvantaggiare il neo-liberismo nel suo disperato tentativo di sussistenza del sistema economico/egemonico in declino.

venerdì 31 maggio 2013 / Sergio Boccadutri*
Finanziamento ai partiti: una riforma lontana dall’Europa e con elementi di sola propagandaLe prime impressioni sulla riforma del sistema del finanziamento ai partiti di cui ha discusso oggi il Consiglio dei Ministri non possono essere positive: le imprese continueranno ad avere un vantaggio maggiore dei cittadini che vogliono sostenere la propria forza politica. Inoltre non si pone alcun limite al finanziamento individuale.

Infine non si regolano le fondazioni, che possono ricevere soldi da società a partecipazione pubblica: le stesse che per legge non possono versarli ai partiti. Non c’è quindi nessun reale passo in avanti a favore dei cittadini. Invece, nella stragrande maggioranza dei paesi europei esiste, in varie forme, un meccanismo, diretto o indiretto, di finanziamento pubblico. Si tratta, quindi, di una scelta che ci allontana dall’Europa, peraltro con il condimento di affermazioni grottesche: Saccomanni, infatti, dice che da abolizione fondi partiti ci saranno benefici per finanza pubblica. Nel 2012 Sel ha percepito 381.810 euro tutti rendicontati, lui, da solo, 450.000 euro. Se il governo vuole discutere seriamente ce lo faccia sapere, ma sembra prevalere la becera propaganda.
E’ utile ricordare che la prima legge sul finanziamento ai partiti è del 1974, è stata approvata all’indomani dello scandalo del finanziamento della maggioranza di governo guidata dalla Dc da parte di aziende petrolifere. Il finanziamento pubblico quindi nasceva con il proposito di sottrarre la politica ai potentati. Questo non significa che in questi anni non ci siano stati da parte di (alcuni) partiti illeciti, operazioni discutibili o semplicemente enormi sprechi. Tuttavia, la ‘politica a costo zero’ non esiste: senza meccanismi pubblici o di partecipazione, comanderanno solo i miliardari e le lobbies. Passeremmo dalla democrazia alla oligarchia. Il punto vero, invece, è garantire la trasparenza. Proprio in quest’ottica quasi un mese fa Sinistra Ecologia e Libertà ha depositato la propria proposta di legge, basata su alcuni princìpi, semplici e chiari: limitazione del rimborso elettorale alle spese realmente sostenute e riduzione del fondo a 18.750.000 €, detrazioni fiscali per donazioni di persone fisiche, divieto per le persone giuridiche di contribuire al di sopra dei 5.000 €, insieme alla piena realizzazione dell’articolo 49 della Costituzione. Ad esempio, l’accesso al rimborso andrebbe vincolato allo svolgimento di Congressi pienamente democratici almeno ogni 3 anni. Mi sembrano idee di buon senso, che possono fungere da base di discussione per tutti. Vedremo durante la discussione in Parlamento chi sarà davvero disposto a confrontarsi.
*tesoriere e deputato di Sel

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Catoblecheeee? a Milano

Domenica 2 Giugno, alle 17 a Barra A (Avanzi) di via Ampere 61,
Quelli di Calusca organizzano un dibattito per discutere dei mutamenti e delle elaborazioni attorno alla forma partito in corso attualmente.
Se ne discuterà con:

  • Fabrizio Barca
  • Nicola Fratoianni
  • Antonella Meiani
  • modererà l’incontro Luca Gibillini.

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    Tilt! Reset

    Sabato 18 Maggio e Domenica 19 Maggio potrete trovarmi a Ferrara, all’Assemblea nazionale di Tilt!
    Sotto il programma.

    PROGRAMMA
    Sabato 18 maggio
    ore 13-15 Registrazione ai workshop
    ore 15:30 Workshop 1. Facciamoci spazio
    Uno spazio autogestito può rappresentare un meccanismo di costruzione di nuova economia, di impresa sociale, culturale e artistica, di prestazione di servizi e di crescita che assuma alla base dei processi di gestione la cooperazione e la messa in condivisione delle competenze.
    Servizi non come semplice scambio uno ad uno, in un’ottica di domanda e offerta schiacciata su bisogni estemporanei, ma uno scambio molti a molti, con lo sguardo lungo dell’utilità e della crescita collettiva.
    Ripartire dagli spazi abbandonati è il primo passo per riattivare le comunità.
    Partecipano:
    Alessandro Rozza, Leoncavallo Spa
    Cathy La Torre, consigliere comune di Bologna
    Francesco Ruscito, Associazione NienLab
    Fabrizio Casetti e Eugenio Ciccone, Spazio Grisù
    Federica Montebelli, Lab.Paz Project Rimini
    Modera: Cesare Roseti, Tilt!
    ore 17 Pausa
    ore 17:30 Workshop 2. Lavorare a tutti i costi
    Il decreto “Salva Italia” prevede, in nome della liberalizzazione, che tutti gli esercizi commerciali rimangano aperti 24 ore su 24, e 7 giorni su 7. Esiste invece un tempo per il lavoro e un tempo per la vita a cui nessun lavoratore deve essere costretto a rinunciare.
    Partecipano:
    Franco Martini, segretario generale FILCAMS
    Cecilia Marasco, responsabile lavoro Alp
    Modera: Valeria Rustici, Tilt!
    ore 19 Apericena
    ore 22:30 Festa con dj-set
    Domenica 19 maggio
    ore 10:30 Assemblea nazionale Tilt!

    Inizio Lavori
    Un momento di incontro tra tutti gli iscritti per definire la riorganizzazione interna di Tilt! E i progetti per il futuro dell’associazione.
    ore 13:30-14 Pausa pranzo
    ore 16 Fine lavori
    Sabato 18 maggio la registrazione può avvenire in due modi:
    ore 10-14 Presso lo Student’s Hostel Estense, via Biagio Rossetti 24, Ferrara
    ore 13-15 direttamente presso Mercato Coperto, via Boccacanale di Santo Stefano

    programma

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    I paradossi di un governo carnascialesco

    C’era il tempo del governo “tecnico” di Mario Monti, che tecnico non era, ma coerentemente politico, un sano governo di centro-destra.
    C’è oggi il governo “politico” di Enrico Letta, che politico non è, perché manca del tutto di progettualità, di un programma politico; un governo “composto da politici” certamente, ma senza la possibilità di essere politico esso stesso. E questo non è che il primo dei paradossi che caratterizzano questo governo.
    D’altra parte nei giorni scorsi mentre impazziva il toto-ministri, non si parlava se non molto genericamente del programma di governo, una volta che i famosi “8 punti” sono parsi scomparire assieme a Bersani; così i più o meno candidati ai dicasteri apparivano del tutto intercambiabili, da uno schieramento all’altro: ad una Gelmini si poteva sostituire un Mario Mauro o una Maria Chiara Carrozza senza colpo ferire; i nomi rimanevano completamente slegati dalle politiche, come se il lavoro di un Ministero non vari a seconda del pensiero politico del relativo Ministro. Una visione, questa, molto “tecnica” della politica, volta a indurre la convinzione che la contrapposizione politica fra schieramenti ed idee sia superabile per il “bene comune” (per quanto inorridisca ad impiegare questo termine in tale contesto). Così, altro paradosso, il governo Letta in questo appare molto vicino, pure se speculare, al Movimento 5 Stelle: entrambi inducono a pensare che le contraddizioni politiche siano in qualche modo solo apparenti e comunque superabili, che in altre parole ci si possa mettere “tutti insieme appassionatamente” per trovare le giuste soluzioni al fine di uscire dalla crisi. La specularità deriva dal fatto che se il Movimento 5 Stelle ritiene che la categoria trasversale che si debba unire sia quella de “i cittadini”, il governo Letta ritiene sia la classe politica.
    Così ci si ritrova un governo la cui Presidenza del Consiglio è, o dovrebbe essere, di Centro-Sinistra, ma i cinque dicasteri chiave, ovvero Interni, Esteri, Giustizia, Difesa e Finanze, sono tenuti da figure riconducibili alla destra. In cui il Ministro alle politiche d’integrazione ha posizioni presumibilmente molto avanzate, ma il Ministro degli Interni in materia di immigrazione sarà in linea con le politiche operate da Maroni. In cui Comunione e Liberazione si è accaparrata (è il termine esatto) due ministeri chiave per gli appalti pubblici, quello alla Difesa e alle Infrastrutture e Trasporti.
    Lo stesso Letta deve essere ben consapevole della eterogeneità del governo, se come è stato evidenziato da molti sono state preferite figure politicamente e carismaticamente “deboli” a quelle più forti ed ingombranti.
    Cosa potrà fare questo governo? Probabilmente nulla. O se fossi costretto a scommettere, punterei senza ombra di dubbio su politiche di austerità di destra in continuità col Governo Monti.
    Come questo sia possibile, azzardo un’analisi: vi è oggi uno scollamento significativo fra “aree” politiche e formazioni partitiche di riferimento. Se in un sistema politico “sano” sarebbe giusto ed auspicabile che i due livelli combacino, nel nostro caso i due livelli sono profondamente discordanti. Anche prima dell’ingresso del Movimento 5 Stelle, che ha acuito ma non sconvolto il fenomeno.
    Provo a spiegarmi: Vi sono in Italia, c’erano tre formazioni partitiche principali: il centro-destra, il centro, il centro-sinistra. Ora se n’è aggiunta una quarta, quella grillina, ancora indefinita, o meglio a mio parere di destra ma di una destra profondamente differente.
    In questa la formazione di centro gioca il ruolo di “schermino”. Ovvero: noi ci ostiniamo a chiamare centro ciò che politicamente non esiste, ciò che, perlomeno in Italia, politicamente è destra. Nessuna analisi politica, per quanto spericolata, negherebbe che Casini e Monti siano di destra, per quanto possano per le più svariate ragioni costituire un polo separato da quello Pidiellino. Se ciò sembra esagerato, si pensi alla Prima Repubblica: la Democrazia Cristiana era la destra, senza se e senza ma; altra destra dal MSI, ma sempre destra.
    Questa creazione artificiale di un centro altro dalla destra, ha portato ad una conseguenza: che la sinistra fosse centrosinistra. Ma non, come ha recentemente sostenuto Barca, solo nel nome: nelle persone e nelle correnti politiche. Ma questo, assumendo quanto sopra, ha semplicemente comportato un progressivo avvicinamento della principale formazione politica di sinistra alla destra. Il che spiega come una buona fetta di ex dirigenti e delfini democristiani possano oggi far parte del Pd (oggi il Giornale commentando il nuovo governo lo definisce proprio “un governo di Democristiani”), forse anche più che nel pdl e altrettanti che nel suddetto “centro”.
    E non c’era d’altra parte migliore figura che incarnasse questo centro-sinistra poco sinistra e molto destra di Enrico Letta.

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    WSF Tunisi – Sinistra Ecologia Libertà

    WSF Tunisi – Sinistra Ecologia Libertà.