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Interpellanza su presunte (false) correlazioni criminose.

INTERPELLANZA URGENTE

Al signor Sindaco,

per farsi riferire dalle FF.OO. se sia dimostrata la correlazione tra presenze di nomadi in città ed aumento di fatti criminali.

Da un recente articolo di stampa pubblicato su una testata locale in data 22 Giugno 2013 leggiamo, attribuite in parte all’ex presidente di Circoscrizione Massimiliano Longo, dichiarazioni che pongono in certa correlazione i due fenomeni sopra esposti.

Riteniamo gravissimo che, per l’ennesima volta, si utilizzi strumentalmente un momento di profonda crisi economica e sociale, nella quale la paura per la perdita di posti di lavoro e potere di acquisto aumenta la fragilità delle persone, in particolare delle fasce più deboli quali gli anziani, per alimentare ulteriori sentimenti di paura ed intolleranza. Anziché combattere la crisi aumentando la solidarietà sociale, si addita il diverso come feticcio sul quale sfogare rabbia, paura ed insicurezze.

Chiediamo pertanto al Sindaco di interrogare con urgenza i vertici delle FFOO locali per avere conferma circa la fondatezza di quanto affermato nell’articolo indicato e che, qualora tale correlazione non venga confermata, nella sua duplice veste di rappresentante locale del governo e di capo della comunità locale, provveda a dare diffusione della risposta delle FFOO alla popolazione, per tranquillizzarla rispetto ad allarmismi rivelatisi ingiustificati grazie alle indicazioni da parte di fonti autorevoli, nonché fornendo indirizzi di supporto, da parte di servizi sociali e polizia locale, nei confronti di soggetti deboli maggiormente esposti alle conseguenze di soprusi e atti di violenza (a mero titolo di esempio, in alcune città si procede ad attivare assicurazioni, a spese del Comune, a favore di fasce deboli colpite da furti ed atti simili, come ad attivare ausili da parte di assistenti sociali e vigili di quartiere).

 

Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà

P.S.= In seguito ad una tutt’ora in corso polemica generatasi rispetto ad un altro articolo, specifico soltanto per chiarire l’attenzione al tema da parte nostra che in questa interpellanza non impieghiamo il termine nomadi nella sua accezione erronea di sinonimo dell’intera popolazione Romanì, che come è ormai cultura generale è popolazione prevalentemente stanziale, ma nella sua accezione specifica, in quanto nell’articolo, per quanto in modo piuttosto “pittoresco” ( vi si scrive che “gruppi di almeno dieci e anche più zingari piombano in città” e di “carovane che stazionano nei pressi dello Stadio Brianteo”) si fa specificatamente riferimento in modo presunto alla suddetta categoria.

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Interpellanza: Sulla presenza di Associazioni Neofasciste in Città

L’antifascismo è uno di quei temi di cui vorremmo poter non occuparci più: attendiamo con ansia il giorno in cui potremo affermare che finalmente tutti i fascismi, vecchi, nuovi o mal riciclati, sono stati spazzati via dall’Italia e dal mondo.
Ma ad oggi purtroppo permangono ancora individui e gruppi che si dichiarano e professano fascisti e che vivono nelle nostre città seminando odio, xenofobia, razzismo, violenza.
E perché il fascismo venga estirpato l’attesa non può rimanere passiva ma si deve essere militanti antifascisti ogni giorno, in ogni propria azione.
In questo non possiamo che fare nostre le parole pronunciate dal Primo Ministro francese Jean-Marc Ayrault in merito all’infame assassinio di un compagno di 18 anni, Clement Méric, la settimana scorsa:
[box type=”shadow”]Studiare ogni possibilità che ci permetta di fare a pezzi in qualsiasi modo, democraticamente e sulla base del diritto, i movimenti fascisti e neonazisti [/box]
Per compiere questo anche a Monza, abbiamo presentato questa interpellanza, che riprende nel suo testo una lettera aperta che nel 2011 l’ANPI di Monza e Brianza inviò all’allora sindaco Mariani.

INTERPELLANZA

OGGETTO: SULLA PRESENZA DI ASSOCIAZIONI NEOFASCISTE IN CITTA’

Il 14.11.11 l’Anpi di Monza, inviava la seguente nota, relativa all’inaugurazione a Monza di una sede dell’associazione denominata Lealtà-Azione:

[box type=”shadow”]Al Sindaco di Monza Marco Mariani, Assessori , Consiglieri Comunali
Al Presidente della Provincia Dario Allevi, Assessori, Consiglieri Provinciali
Ai presidenti di Circoscrizione e Consiglieri

Lo scorso mese di settembre nella nostra città è stata inaugurata in Via Dante n.5 la sede di una “associazione” denominata Lealtà-Azione
Sul loro sito si presentano come una libera associazione di promozione culturale e sociale che vuole costituire una comunità etica, al tempo stesso politica, spirituale ed intellettuale, unendo uomini e donne in una comunione di intenti, d’ideali e d’azione, che agiscono volontariamente nella società con spirito Militante, ovvero con fede, senso del sacrificio, disciplina e senza ricercare utili materiali o profitti personali, perché animati da una concezione etica della vita che si riassume nel rispetto dei Valori tradizionali, nel senso dell’onore e nel rifiuto del compromesso sistematico.
Ma chi c’e’ dietro questo fiume di parole e retorica ?
La strategia con cui gli “associati” provano a insinuarsi nel tessuto sociale e a raccogliere consenso si basa sulla promozione sporadica di iniziative contro la pedofilia o la droga, iniziative animaliste, etc… In verità a Milano la loro sede di viale Brianza 20 (dagli associati definito “avamposto contro l’immigrazione e gli zingari”) è stata inaugurata il 28 ottobre 2010 con una conferenza in onore dell’ex generale belga delle SS Lèon Degrelle, condannato da un tribunale del proprio Paese come criminale di guerra. Questo episodio smaschera già da solo la matrice neonazista dell’associazione, ma approfondendo l’inchiesta si percepisce molto meglio lo strettissimo legame tra Lealtà e Azione e l’anima più violenta, razzista e pericolosa della galassia della destra estrema e xenofoba internazionale: gli Hammerskin (http://www.hammerskins.net/).
La setta neonazista degli Hammer è nata a livello internazionale a metà degli anni Ottanta da una costola del Ku Klux Klan. Sul territorio milanese, oltre ad avere aperto la sede di viale Brianza, gestisce la Skinhouse (http://www.skinhouse.info/) a Bollate, punto di riferimento dei militanti di Lealtà-Azione prima dell’apertura della loro sede indipendente (http://destrapermilano.blogspot.com/2011/01/milano-lealta-e-azione.html). Gli Hammerskin si considerano l’elité del mondo neonazista, per la loro “fedeltà ai valori” e “l’amore per le tradizioni”. Sono i più decisi fautori della “supremazia della razza bianca”. Simbolo, tatuato sul corpo dopo un lungo percorso iniziatico, i due martelli in marcia tratti dal film The Wall, in cui Alan Parker veste d’immagini le musiche dei Pink Floyd. Ma gli Hammerskin ne rovesciano il senso e le intenzioni: il loro doppio martello rappresenta la forza irresistibile in marcia per abbattere i muri che proteggerebbero le minoranze etniche e religiose che minano la Tradizione e la supremazia della Nazione bianca. L’innumerevole elenco di aggressioni (anche mortali) di cui si sono resi protagonisti in America e in Europa (inclusa Milano) è facilmente reperibile sul web e non lascia spazio a fraintendimenti. (http://www.osservatoriodemocratico.org/page.asp?ID=2970&Class_ID=1004).

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha votato ad aprile una mozione che richiede la revoca dell’assegnazione da parte dell’ALER a Lealtà e Azione dei locali della sede milanese di viale Brianza. Questa circostanza fa riflettere sulla pericolosità di questo tipo di luoghi di aggregazione e degli ideali proposti per i quali, a marzo, a Magenta, l’amministrazione comunale ha negato l’utilizzo delle sale pubbliche per lo svolgimento di iniziative promosse da Lealtà-Azione.

In vista del raduno internazionale Hammerskin previsto il 26 novembre in Lombardia, presumibilmente a Bollate sono state presentate interpellanze in Consiglio Provinciale MB (allegata) e in Consiglio Provinciale a Milano.

Anche per quanto riguarda Lealtà-Azione Monza Brianza, basta una visita su Facebook per rendersi conto che questa “associazione” ha evidenti legami con la destra estrema: gli “amici” si definiscono “fascisti” e “camerati”, vantano ed esibiscono simboli che non lasciano spazio a dubbi. Il coordinatore della sede di Monza, tale Paolo che rifiuta di dire il cognome, appare in una foto di gruppo con la scritta Hammerskin sullo sfondo…!

Tutte le informazioni in nostro possesso sono state raccolte in un dossier consegnato nel corso dell’incontro con il Prefetto della Provincia di Monza e Brianza Dott. Renato Saccone, al quale abbiamo chiesto di attivarsi per la chiusura della sede di Lealtà-Azione la cui reale attività è in contrasto con la legge Mancino e con la Costituzione. Al Prefetto abbiamo altresì consegnato le oltre cinquecento firme di cittadini raccolte in poche ore durante il presidio antifascista del 8 ottobre scorso e segnalato le inquietanti “simpatie” istituzionali di cui Lealtà-Azione MB gode sia nel Comune di Monza (assessori e consiglieri) sia nella Provincia MB (il presidente).

Alle Istituzioni in indirizzo chiediamo analogo impegno e che non vengano in alcun modo concessi a Lealtà-Azione spazi pubblici e luoghi istituzionali per le sue iniziative, come purtroppo già accaduto alla Circoscrizione 4 con l’esposizione di una mostra sulla strage di Gorla del 20 ottobre 1944, che falsifica la storia e attribuisce alla Resistenza i disastri della guerra voluta da Hitler e Mussolini (“la “liberazione” continua ad essere una valida GIUSTIFICAZIONE per la morte di tanti, troppi.”). Urgente correggere la rotta onde evitare pericolose derive: deve essere quindi revocata la concessione della Sala Maddalena a Monza per un’iniziativa di Lealtà Azione prevista in data 12 febbraio 2013.

Inoltre le iniziative per le celebrazioni, come ad esempio la Giornata del ricordo, devono essere discusse e decise dal Gruppo di lavoro manifestazioni civili appositamente istituito dall’Amministrazione comunale per un’attenta, comune valutazione anche degli oratori prescelti.

Tutto ciò è peraltro non solo dovere ma obbligo di chi presiede e siede nelle sedi istituzionali, delle quali l’antifascismo è valore fondante perché nate dalla Resistenza e dalla Costituzione. Da parte nostra continueremo la mobilitazione per la chiusura della sede di Lealtà-Azione.

Per il Comitato Unitario Antifascista – Monza
Presidente Milena Bracesco

Per ANPI Comitato Provinciale Monza Brianza
Presidente Loris Maconi

Per ANPI Sezione di Monza
Presidente Rosella Stucchi[/box]

Ad oggi, la sede di Lealtà-Azione di Monza è ancora attiva, il giorno 18/5 si è tenuto un ennesimo convegno pubblico dal titolo “La rivoluzione conservatrice”: dal resoconto stilato e reso pubblico dalla stessa Lealtà e Azione di Monza, si legge come nel convegno si sia trattato di come ”Il parallelismo tra la crisi odierna e quella attraversata dalla Repubblica di Weimar, dove la Rivoluzione Conservatrice nacque e si sviluppo, ha suggerito la possibilità di una analisi delle sue posizioni e delle risposte che essa seppe dare ai suoi tempi, per capire da quali valori essenziali esse prendessero le mosse e valutare quali siano le possibilità di attualizzarle oggi.”; e di come “In un articolato ed avvincente intervento, il prof. Sideri, mattatore dell’incontro, ha condotto il pubblico in un viaggio attraverso il variegato arcipelago di posizioni ed elaborazioni che costituì la Rivoluzione Conservatrice, intesa come una reazione moderna, nei modi ma non nell’essenza, alla modernità. Nella sua “incursione” il prof. Sideri ha rapidamente accennato a tutte le correnti che sotto l’etichetta di Rivoluzione Conservatrice sono state raccolte: neo-conservatori, consevatori cattolici e luterani, socialisti prussiani, nazional-bolscevichi, attivisti “bündisch” ed altri ancora.
Sideri ha sottolineato l’estrema attualità, di molte delle riflessioni che vennero proposte allora.”; in ultimo, si aggiunge che “L’incontro è stato chiuso da un breve intervento, curato dalla comunità militante RAIDO, dedicato ad uno degli esponenti eminenti della Rivoluzione Conservatrice, Ernst Von Salomon [esponente di spicco dei Freikorps], nelle cui pagine si trovano superbe descrizioni del cameratismo […]”.
Sul profilo Facebook si ritrova, tra i mi piace, Corneliu Zelea Codreanu, leader fascista e nazionalsocialista, Leòn Dègrelle, comandante della legione vallone delle Waffen-SS, fervente esaltatore in numerose opere successive di Hitler e negazionista, Julius Evola, teorico del razzismo spirituale e figura “intellettuale” di riferimento per vasta parte del mondo neofascista e neonazista, e infine la skin-house Milano, sede di riferimento degli Hammer Skin per il Milanese; le amicizie del profilo riprendono nei loro nicknames riferimenti agli Hammer Skin, vi sono foto con bandiere con croci celtiche, vi è amicizia con il profilo Facebook “La Fenice Comunità militante di Firenze”, dove si mischiano appellativi razzisti (Il concerto del primo maggio per far suonare 4 africani) o si definisce l’esercito alleato che entra a Firenze nel ’44 come invasori contro cui sparano degli eroici cecchini, et similia.

Chiediamo pertanto al Sindaco, nella sua veste di ufficiale di governo, di riferire al Prefetto sia la turbativa all’Ordine pubblico sia di conoscere se i competenti organi di polizia abbiano provveduto ad inoltrare all’Autorità Giudiziaria notizia di reato per violazione alla legge Mancino.

Chiediamo pertanto al Sindaco, nella sua veste di rappresentante della Comunità locale, di promuovere in città iniziative di diffusione della cultura dell’antifascismo, della solidarietà, della tolleranza e dell’interculturalismo tra i popoli, isolando esplicitamente ogni rigurgito di fascismo.

Chiediamo risposta a termini di Regolamento sul funzionamento del Consiglio Comunale.

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Commissioni In Consiglio Monza

Report sportello carcere 2012

Il Comune di Monza ha pubblicato il report annuale 2012 dello sportello carcere operante all’interno della struttura di via San Quirico.
Sarà oggetto di discussione nella Commissione Politiche Sociali di oggi 30 Maggio.

Report Carcere

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In Consiglio In vetrina Mozioni

Progetto RAINBOW, contro omofobia e transfobia

Nel Consiglio Comunale di Giovedì 9 Maggio ho presentato come primo firmatario la mozione “Politiche per la diffusione del progetto Rainbow”.
La Mozione, firmata anche dai Consiglieri Laura Morasso e Elio Bindi, impegna la giunta ad attivarsi in prima persona per favorire l’impiego, all’interno degli istituti elementari e medi inferiori, del “playful toolkit“, contenuto nel progetto “RAINBOW – Rights Against INtolerance: Building an Open-minded World“, e a impegnarsi a sollecitare la Provincia per la medesima applicazione nelle scuole medie superiori.
Sotto il testo della Mozione, per chiunque volesse informarsi più approfonditamente il link al progetto è www.rainbowproject.eu/

– Preso atto che secondo la Carta dei Diritti fondamentali dell’Uomo dell’Unione Europea, vincolante gli stati membri dell’UE al pari di un trattato, all’art. 21, “È vietata qualsiasi discriminazione basata su ragioni di sesso, razza, colore, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di altra natura, appartenenza ad una minoranza nazionale, proprietà, nascita, disabilità, età o orientamento sessuale”;
– Visto che il Parlamento Europeo, nel testo finale della Risoluzione sull’omofobia in Europa del 18 Gennaio 2006, “sollecita vivamente gli Stati membri e la Commissione a intensificare la lotta all’omofobia mediante un’azione pedagogica, ad esempio attraverso campagne contro l’omofobia condotte nelle scuole, le università e i mezzi d’informazione, e anche per via amministrativa, giudiziaria e legislativa”;
– Presa visione dei cosiddetti “Principi di Yogyakarta” in relazione all’orientamento
sessuale e all’identità di genere, stilati da una commissione formata dall’International Commission of Jurists, l’International Service for Human Rights e 29 esperti internazionali di normative sui diritti umani. In tali principi, che pur non costituendo norme vengono già citati da numerose istituzioni ONU o Tribunali Internazionali, nonché da atti del Consiglio d’Europa (vedi sotto), si afferma nel principio numero 16 che “Ogni individuo ha diritto all’istruzione, senza discriminazioni sulla base della, e tenendo conto del, orientamento sessuale e identità di genere”, e dunque che gli stati dovrebbero realizzare conseguenti 8 raccomandazioni in materia;
– Appurato che il Commissario del Consiglio d’Europa per i Diritti Umani, nell’Issue Paper “I Diritti umani e l’Identità di Genere”, presentato il 29 Luglio 2009 a Copenaghen, redatto a partire dai Principi di Yogyakarta, al punto 5 “Raccomandazioni agli stati membri del Consiglio d’Europa” recita al comma 1 “I Princìpi di Yogyakarta sull’applicazione dei Diritti Umani internazionali in rapporto all’Orientamento Sessuale e all’identità di Genere dovrebbero essere utilizzati come guide per l’attuazione a livello nazionale in questo campo”, al comma 7 “Preparare ed applicare politiche per combattere la discriminazione e l‘esclusione incontrata dalle persone transgender sul mercato del lavoro, nell’educazione e nell’assistenza sanitaria” ed al comma 9 “Affrontare esplicitamente i diritti umani delle persone transgender e la discriminazione basata sull’identità di genere tramite educazione in merito ai diritti umani e programmi di formazione, o altresì campagne informative”;
– Verificato che dall’unica ricerca dell’Istituto Nazionale Statistica in Italia sull’omofobia, pubblicata nel 2011, si evince che le persone omosessuali/bisessuali che dichiarano di aver subito discriminazioni all’interno delle proprie attività formative costituiscono il 24% del campione, contro il 14,2% del campione nel caso di persone eterosessuali; più specificatamente in merito al fenomeno del bullismo omofobico secondo i dati della linea telefonica Gayhelpline il 35% delle richieste di aiuto proviene da ragazzi omosessuali vittime di bullismo a scuola; secondo “Schoolmates”, la ricerca europea curata in Italia dall’associazione Arcigay e con il contributo del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali tra il 2009 e il 2010, su un campione di 860 studenti e 40 docenti di scuola superiore, il 53% degli studenti delle scuole superiori sente a scuola offese omofobe, oltre il 10% assiste ad aggressioni o derisioni di compagni ritenuti omosessuali, i due terzi degli studenti che frequentano la scuola secondaria superiore hanno udito epiteti omofobi e prese in giro nei confronti dei maschi e per uno studente su cinque queste espressioni fanno parte della vita scolastica quotidiana; uno studente su tredici ha assistito almeno una volta, nell’ultimo mese, ad aggressioni omofobe di tipo fisico (da calci e/o pugni, fino a molestie sessuali); il 20% dei ragazzi ha commesso almeno un atto riconducibile al bullismo omofobico, mentre il 4% dichiara di essere stato vittima di aggressione; infine, il bullismo che colpisce le studentesse lesbiche, ancorché preoccupante, è riportato in percentuali minori.
– Considerato che tali dati evidenziano l’arretratezza del mondo della formazione italiano rispetto agli obbiettivi richiesti dalle organizzazioni internazionali e dall’Unione Europea, in quanto viene generalmente proposta e suggerita una prospettiva saldamente eteronormativa; che vi è una mancanza di educazione relativamente ai temi della sessualità e dell’omosessualità che può essere anche imputata al rimbalzo di responsabilità tra famiglia e scuola nel farsene carico.
– Valutato che nei casi in cui si riscontri una disponibilità delle scuole a introdurre i temi della
sessualità e omosessualità, sia utile se non necessario un supporto formativo, non solo per gli studenti ma anche per gli insegnanti, che possono avere difficoltà nel trattare il tema.
– Riscontrato che il progetto “Rainbow – Rights Against INtolerance: Building an Open-minded World”, realizzato a livello europeo da una rete di associazioni lgbtqi con il co-finanziamento del Programma dell’Unione Europea per i diritti fondamentali e la cittadinanza, intende promuovere i diritti dei bambini e dei giovani ad una identità di genere ed un orientamento sessuale consapevoli, e combattere l’omofobia e la transfobia; che si indirizza in quanto tale ai lavoratori nel campo della formazione (insegnanti ed educatori), ed ai bambini e giovani che sono i principali beneficiari del mondo della formazione.
– Osservato che il progetto Rainbow si compone di due strumenti, un “educational toolkit” ed un “playful toolkit”, relativi ad ambiti della formazione formali ed informali; che è corredato da un ampio report delle due fasi preparatorie del progetto, una teorica e l’altra di lavoro sul campo, in merito all’omofobia e la transfobia in Europa ed in Italia e alle normative e alle politiche in essere per combatterla, in particolare nel campo della formazione ed educazione, che possono fornire un utile strumento di supporto e approfondimento ai toolkit.
– Rilevato che l’”educational toolkit” si compone di nove cortometraggi sul tema abbinati ad una serie di laboratori e attività didattiche da svolgere a cura degli insegnanti, divisi per fasce d’età dai 6 ai 16 anni, in maniera tale da poter essere impiegato correttamente in ogni grado scolastico dalle elementari alle scuole medie superiori; che il “playful toolkit” può essere impiegato in ambienti informali a cura di educatori o anche in forma autogestita

Si impegna la giunta
– A diffondere la conoscenza del progetto all’interno degli istituti scolastici monzesi, ad esempio con eventi mirati con il corpo docenti, finalizzati all’impiego del “educational toolkit” nelle scuole elementari e medie inferiori; a invitare la Provincia ad adottare analoghe iniziative negli istituti medi superiori.

Alessandro Gerosa – Sel
Elio Bindi – Pd
Laura Morasso – CP

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Ordine del Giorno: L’edilizia sociale fra le priorità nella pianificazione dei nuovi Pii

Il testo dell’ordine del giorno approvato e quindi allegato al nuovo Documento d’Inquadramento:

Ordine del Giorno: L’edilizia sociale fra le priorità nella pianificazione dei nuovi Pii

Il Consiglio Comunale

Valutata la proposta di Documento di Inquadramento.

Considerata l’opportunità di migliorare il tessuto urbano Monzese anche in termini di maggiore dotazione di standard di qualità.

Rilevata la proposta di includere anche l’edilizia residenziale sociale tra le funzioni
conteggiabili come standard di qualità.

Sottolineato che tale criterio di priorità, oltre che incrementare il patrimonio del Comune, risponderebbe alla forte domanda di alloggi popolari espressa dalla città (oltre 700 domande).

IMPEGNA LA GIUNTA

A stabilire tra le priorità, nella pianificazione dei nuovi Programmi Integrati di Intervento, l’edilizia residenziale sociale, tramite la cessione da parte degli operatori al Comune
di aree su cui realizzare edilizia a canone sociale o moderato, oppure quote di edifici, oppure opere edilizie di risanamento di alloggi comunali esistenti.

Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà

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Intervento in aula sul Documento d’Inquadramento

Il Documento d’inquadramento in discussione è per noi conferma del cambiamento operato da questa amministrazione nelle politiche urbanistiche. Conferma, non certo sorpresa, perché non è un elemento isolato ma è parte integrante di un processo che ha collettivamente e coerentemente interessato il tessuto urbano monzese, prima negli intenti del programma di mandato e nelle linee programmatiche esposte dall’Assessore Colombo, poi attraverso la loro declinazione nel reale: la revoca della variante al Pgt, il vincolo di Cascinazza e altre aree verdi a parco agricolo, e ora questo Documento d’inquadramento che ha il compito impegnativo di traghettarci adeguatamente verso il nuovo Documento di Piano.
Già questo è sufficiente a delineare un primo pregio di questo documento: costituire dei tasselli di un mosaico più ampio e coerente, svolgere appieno il proprio compito, di costituire una visione dello sviluppo urbanistico di questa città. Ecco, “visioni”: davvero crediamo che proporre e mettere in discussione una propria visione, un proprio scorcio prospettico sia il primo compito di un assessorato al territorio; per questo sosteniamo anche la scelta di individuare nel documento alcune specifiche aree dismesse che siano parte integrante di questa visione; non perché altre aree dismesse siano meno importanti, ma perché quelle individuate ne costituiscono i cardini: ben più facile e comodo sarebbe stato rinunciare a questo compito, ma assieme ad esso avremmo rinunciato anche ad essere veri urbanisti di questa città. Troviamo giusta e condivisibile la scelta, in tal senso, di considerare prioritari i due assi individuati dal Villoresi e dal fiume Lambro, dal momento che essi hanno rappresentato sia i due assi storici di sviluppo della città sia il cuore delle molte attività produttive che risiedevano a Monza, e dunque non vi sono luoghi migliori da dove ripartire per la rigenerazione di aree ormai dismesse.
La centralità, anzi l’esclusività, data alle aree dismesse da questo documento d’inquadramento è il secondo elemento di assoluto pregio: come Sinistra Ecologia Libertà ci siamo più e più volte spesi in Consiglio Comunale ribadendo la necessità di rigenerare le aree dismesse nel nostro tessuto urbano, e non possiamo che essere entusiasti di questa scelta. Ridare centralità alle aree dismesse vuol dire pensare a rigenerare l’esistente prima che costruire il nuovo: è svolgere politiche ambientali ma anche allo stesso tempo sociali. Un’area dismessa è un’area sottratta alla collettività, un’area che contribuisce al degrado del tessuto urbano, è un spazio morto che grava sulla vita cittadina; ciascuna area dismessa è un nodo spento della città in rete: andando a rigenerarlo questo torna a contribuire all’efficenza complessiva della rete. Ogni intervento di tal genere è chiaramente complesso e multidimensionale, certamente più dispendioso sia per l’amministrazione che per gli operatori.
Terzo elemento di notevole pregio di questo documento è porre gli interessi della collettività come perno del proprio agire. Noi crediamo che questa amministrazione abbia svolto un compito difficile ma necessario, calcolare quello che potrebbe essere definito il massimo contributo possibile da parte degli operatori, alzando l’asticella costituita dall’interesse collettivo fin dove fosse possibile farlo. Siamo consapevoli che le richieste dell’amministrazione comunale devono naturalmente essere compatibili con quelle che sono le condizioni di mercato, ma ci pare che degli interessamenti già in atto nei confronti di alcune aree dimostrino che queste condizioni si stia riuscendo a rispettarle. Ma crediamo anche fortemente nella necessità, tanto più in tempi di crisi economica, che l’amministrazione comunale faccia l’amministrazione comunale, ed esiga standard di qualità elevati.
Assieme alla richiesta di standard di qualità, un altro elemento è costituente di quella centralità dell’interesse collettivo di cui sopra: la decisione di non procedere a monetizzazione degli standard. Fino ad oggi sono monetizzati 183.000 mq di terreno a standard in cambio di 11 milioni di €, fenomeno nell’ambito del quale l’amministrazione è intervenuta anche con una delibera, la n. 559 del 11/10/2012. Quella di non monetizzare gli standard è una scelta innanzitutto politica che rivendichiamo con orgoglio, in quanto più amministrazioni comunali, davanti alle necessità imposte dai bilanci, hanno deciso di monetizzare per risanare le casse comunali, a svantaggio proprio dei cittadini e della collettività che si vedono così privati di spazi a verde e di importanti interventi di qualità nel proprio tessuto urbano. Noi no. Noi abbiamo percorso la strada più difficile, più coraggiosa, perché anche di fronte alle difficoltà economiche non si può contrapporre come fosse un aut-aut il bilancio all’ambiente ed alla qualità di vita dei cittadini. Questo per noi è grande motivo di vanto.

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Mozione: politiche per la diffusione ed il sostegno alla street art

Ecco la Mozione presentata in Consiglio Comunale lo scorso lunedì in merito a politiche di sostegno e diffusione della street art, dopo l’intervento compiuto sull’argomento il giovedì precedente.
Non un atto isolato ma un percorso comune che per noi deve portare ad un sempre maggiore meticciamento fra arte e tessuto urbano, fra socialità e luoghi architettonici.

Mozione: politiche per l’individuazione di spazi per la street art

Premesso che la spray art, e più in generale la street art, realizza contaminazioni fra tessuto urbano e espressione artistica, che permettono il recupero di inestetismi urbani, di non luoghi.

Considerato che la spray art contribuisce alla qualità di vita della città e dei suoi cittadini, in quanto valorizza le espressioni artistiche, migliora l’aspetto estetico della città, libera le aspirazioni dei giovani e non; che possiede anche una funzione sociale essendo arte popolare in posti privi di umanità, non luoghi, che diventano supporti per messaggi.

Valutato che un approccio al fenomeno del writing come problema di ordine pubblico è distorcente e non tiene conto del sopraddetto valore artistico, sociale, aggregativo dell’arte urbana. Che tale approccio, oltre ad essere dannoso per la città, è inefficace a contenere o eliminare la diffusione di tags e graffiti, come dimostrano tali tentativi securitari falliti in molte città italiane.

Riscontrato che un ruolo attivo dell’amministrazione comunale nella gestione del conflitto fra graffiti/street artists e comunità di residenti ha portato a risultati significativi nei campi sopradescritti, come ad esempio il “Mural Arts Program” di Philadelfia. Che nell’esempio di Philadelfia, l’arte urbana e i graffiti realizzati sulla base di tale progetto sono arrivati a costituire uno dei maggiori elementi di attrazione turistica della città, evidenziando anche una potenziale funzione turistico-commerciale.

Si impegna la giunta a
– Individuare, attraverso le modalità ritenute più opportune e con i relativi adempimenti burocratici, alcuni spazi, il più possibile diffusi per il tessuto urbano nella città di Monza, impiegabili per opere di arte urbana muraria e graffiti; coinvolgere nella scelta dei luoghi le comunità residenti.
– Assumere un ruolo attivo, come amministrazione comunale, di intermediario nel conflitto esistente fra writers e comunità di residenti e negozianti favorendo il dialogo, al fine di creare percorsi partecipati e inclusivi dal basso che cooperando permettano la realizzazione di altre opere di arte urbana su luoghi residenziali o commerciali (serrande).
– Considerare l’arte urbana e la graffiti art come soluzione alternativa nei progetti di riqualificazione e manutenzione degli spazi pubblici da parte del comune.
– Contribuire alla conoscenza e diffusione della spray art e della street art organizzando eventi culturali e artistici e inserendola in eventi già esistenti o programmati.

Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà
Elio Bindi – Partito Democratico

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Facciamo pulizia per spazi migliori [ma non asettici]!

Questa domenica, 7 Aprile, a Monza si terranno le “pulizie di primavera”.
Un’iniziativa che ha raccolto un’adesione vastissima e ben meritata, che superato le stesse aspettative dell’amministrazione e che è arrivata a mettere in difficoltà la stessa macchina amministrativa per il carico di associazioni e cittadini che hanno presentato progetti e si sono offerti di partecipare.
L’idea è semplice: traslare le tradizionali pulizie di primavera dall’ambito domestico a quello urbano; invitare cioè tutti i cittadini a contribuire a pulire e migliorare la città con un impegno in prima persona.
E’ un’iniziativa che non può che trovare il nostro plauso per diverse ragioni: oltre all’implicito miglioramento dei luoghi/spazi della nostra città, sarà un’occasione importante di aggregazione e socialità, di conoscenza reciproca fra le varie realtà associative del territorio e fra queste e i cittadini, un’importante esperienza di cittadinanza attiva e, non ultimo, un’applicazione concreta dell’obbiettivo politico, che è e deve rimanere uno dei capisaldi di un’amministrazione di Centro-Sinistra, di elevare lo spazio urbano a spazio collettivo aperto di vita e socialità, in contrapposizione, o meglio in concorrenza, allo spazio domestico chiuso.
Nel Consiglio Comunale di ieri, a margine di queste considerazioni senz’altro positive, ho segnalato un “rischio degenerativo” nel concetto di pulizia, auspicando che l’amministrazione non vi cedesse: passare dalla pulizia ad una “vocazione igienista”, all’intento di creare uno spazio asettico, che invece che arricchire la città di una riscoperta bellezza la impoverisca. Ho tratteggiato un paragone con le pulizie domestiche, sperando di aver colto nel segno: come nessuno butterebbe, per far pulizia, dei bei quadri, così ho auspicato che non vadano cancellate non le “tag” o scritte, ma quelle espressioni artistiche di valore che sono diffuse nella città ad opera di tanti anonimi autori che hanno permesso all’arte di meticciarsi con lo spazio urbano non meno di analoghe iniziative culturali avallate dal comune.
Posso dirmi ancora una volta soddisfatto della risposta del Sindaco che nello stesso Consiglio Comunale ha precisato che quanto sarà oggetto di cancellatura saranno le scritte e le tag deturpanti l’ambiente urbano.

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In Consiglio In vetrina Monza

Articolo per TuaMonza|Marzo 2013

Ecco l’articolo del gruppo consiliare di Sel per TuaMonza, numero di Marzo 2013.
Lasciare il segno
Come Sinistra Ecologia Libertà abbiamo portato il nostro contributo alla realizzazione del programma steso e sottoscritto in campagna elettorale con i cittadini monzesi tramite il lavoro costante in Consiglio e nelle Commissioni di questi primi mesi.
Ma abbiamo anche fatto di più: sono molte le mozioni che abbiamo portato in Consiglio Comunale e che sono state approvate. Mozioni che hanno voluto approfondire e valorizzare i temi a noi più cari del progetto di governo per Monza.
In soli otto mesi, come Sel attraverso delle mozioni abbiamo fatto aderire Monza ad Audis, associazione per la rigenerazione delle aree urbane dismesse, che porterà un contributo importante per il reimpiego urbanistico delle aree dismesse della nostra città (a partire dall’attuale documento d’inquadramento e del prossimo documento di piano). Abbiamo fatto applicare la legge 29-1-1992, che obbliga a piantumare un albero per ogni nuovo neonato nato. Abbiamo ottenuto che il comune si impegni per favorire la diffusione di profilattici all’interno delle scuole per la prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili. Abbiamo reso il sito del comune di Monza, quindi i suoi contenuti, sotto licenza Creative Commons invece che sotto licenza di Copiright. Infine abbiamo ottenuto con una mozione ad ampio numero di firme di istituire anche a Monza, primo comune della Brianza, un registro per le unioni civili, etero e omosessuali, come già fatto a Milano.
Questi traguardi, nei primi 8 mesi della nuova amministrazione, per segnare il senso della nostra presenza in consiglio: una presenza sempre attiva ed in prima linea nell’ampliare e contribuire a realizzare il programma comune di governo per Monza ed i Monzesi, nei primi mesi come per tutti i cinque anni di consiliatura.
Alessandro Gerosa – Sinistra Ecologia Libertà

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Unioni Civili a Monza. Finalmente.

Il 27 Febbraio in Consiglio Comunale è stata approvata una mozione che impegna la giunta ad istituire il registro per le Unioni Civili a Monza. La mozione è stata stesa da Sinistra Ecologia Libertà, che la ha però voluta aprire alle firme di tutti i consiglieri, di maggioranza e minoranza, che condividessero il tema: lo straordinario risultato è stato che questa mozione è arrivata in Consiglio con le firme di 18 Consiglieri, di cui 3 di minoranza.
Come Sinistra Ecologia Libertà vogliamo ripartire da qui: dopo questa campagna elettorale, dopo queste elezioni, è da un gesto semplice ma straordinario che intendiamo ridare senso al nostro impegno politico quotidiano, al progetto politico di Sel.
Siamo la prima città in provincia di Monza e Brianza ad approvare il registro per le unioni civili, a garantire diritti a persone che fino ad oggi se li son visti negare.
Permetteteci in questo un ringraziamento particolare all’associazione Meladailabrianza, la prima associazione lgbtqi della Brianza che esiste da solo un anno ma che in così poco tempo è riuscita a creare una realtà di riferimento e una forte sensibilità culturale verso il tema dell’omosessualità in Brianza; è anche grazie a loro, grazie ai loro continuo lavoro culturale, se questa mozione è stata approvata.
Garantire diritti veri ad individui e lanciare un forte messaggio politico, alla società ed al governo: queste le due anime di questa mozione.
Abbiamo inteso ridare la dignità di uomini pieni a persone che fino ad oggi sono stati considerati solo uomini a metà.
Non sappiamo quante coppie a Monza si iscriveranno al registro, se sarà un successo come a Milano, dove in 5 mesi già 500 coppie si sono iscritte, o se sarà un successo più contenuto: ma le battaglie per i diritti hanno il proprio valore in se stesse, non nella quantità di chi ne usufruisce: ogni discriminazione è ugualmente odiosa se viene subita da una o da migliaia di persone.
Siamo altrettanto consapevoli che i diritti che noi possiamo garantire si limitano all’ambito comunale: è chiaro che per Sel questo è il primo tassello di una battaglia che deve culminare con l’approvazione in parlamento di una legge per le Unioni Civili, per il Matrimonio omosessuale, per il diritto all’omogenitorialità. Speriamo che nei prossimi mesi il prossimo governo se ne occupi.

Alessandro Gerosa – Consigliere Comunale